Una signora di Bologna racconta: "Una volta mia madre andò da Padre Pio con delle amiche. Appena giunta a San Giovanni Rotondo incontrò nella sacrestia del convento il venerato Padre che subito gli disse: "E tu stai qua! Vai a casa immediatamente perché tuo marito sta male". Mia madre rimase senza fiato, era partita lasciando tutti in ottima salute. Ripartì col primo mezzo. Quando arrivò a casa, allarmata, chiese notizie del babbo: non c'era alcuna novità. Ma durante la notte mio padre ebbe gravi difficoltà di respirazione. Qualcosa gli premeva in gola. Mia madre cercò di calmarlo e chiamò il medico. Verso le undici della notte mio padre venne ricoverato in ospedale e portato d'urgenza in sala operatoria. Il chirurgo che l'operò gli estrasse dalla gola ben due bacinelle di pus. Padre Pio aveva quindi visto in anticipo cosa stava per accadere al marito della signora e, con il suo consiglio e la sua preghiera era riuscito ad influire sulla felice soluzione del caso.

Un figlio spirituale di Padre Pio residente a Roma, essendo in compagnia di alcuni amici, omise per vergogna, di fare ciò che solitamente faceva passando vicino ad una Chiesa cioè, una piccola riverenza in segno di saluto a Gesù sacramentato. Ecco allora improvvisa e forte giungergli all'orecchio una voce - la voce di Padre Pio - e una parola: "Vigliacco!" Recatosi, dopo qualche giorno a San Giovanni Rotondo, si sentì così apostrofare da Padre Pio: "Attento, questa volta t'ho soltanto sgridato, la prossima volta ti darò un bello scapaccione".

Verso il tramonto, nel giardino del convento, Padre Pio, che sta amabilmente conversando con alcuni fedeli e figli spirituali, si accorge di non avere con se il fazzoletto. Ecco allora rivolgersi ad uno dei presenti e dirgli: "Per favore, ecco la chiave della mia cella, devo soffiarmi il naso, vai a prendermi il fazzoletto". L'uomo si reca nella cella, ma, oltre al fazzoletto, prende uno dei mezzi guanti di Padre Pio e se lo mette in tasca. Non può lasciarsi sfuggire l'occasione di entrare in possesso di una reliquia! Ma al ritorno in giardino, consegna il fazzoletto e si sente dire da Padre Pio: "Grazie, ma ora ritorna nella cella e rimetti nel cassetto il mezzo guanto che ti sei messo in tasca".

Una signora era solita, ogni sera, prima di andare a dormire, inginocchiarsi dinanzi ad una fotografia di Padre Pio e chiedergli la benedizione. Il marito, pur essendo un buon cattolico e fedele di Padre Pio, ritenendo che quel gesto fosse una esagerazione ed ogni volta si metteva a ridere e la prendeva in giro. Un giorno ne parlò con Padre Pio: "Mia moglie, ogni sera si inginocchia davanti alla vostra fotografia e vi chiede la benedizione". "Si, lo so: e tu", gli rispose Padre Pio, "ci ridi sopra".

Un giorno, un uomo, cattolico praticante, stimato ed apprezzato negli ambienti ecclesiastici, andò a confessarsi da Padre Pio. Poiché intendeva giustificare la sua condotta, esordì accennando ad una "crisi spirituale". In realtà viveva nel peccato: sposato, trascurando la moglie, cercava di superare la cosiddetta crisi fra le braccia di un'amante. Purtroppo non immaginava di essersi inginocchiato ai piedi di un confessore "anormale". Padre Pio, alzandosi di scatto, gridò: "Ma che crisi spirituale! Tu sei uno sporcaccione e Dio è adirato con te. Vattene!"

Un signore raccontava: "Avevo deciso di smettere di fumare e di offrire questo piccolo sacrificio a Padre Pio. A cominciare dal primo giorno, ogni sera, col pacchetto di sigarette intatto in mano, mi fermavo dinanzi alla sua immagine dicendogli: "Padre e uno...". Al secondo giorno "Padre, sono due...". Dopo circa tre mesi, tutte le sere avevo fatto la stessa cosa, andai a trovarlo. "Padre", gli dissi appena lo vidi, "sono 81 giorni che non fumo, 81 pacchetti...". E Padre Pio: "Lo so come lo sai tu, me li hai fatti contare tutte le sere".

L'autista di un automezzo che trasportava turisti in gita nel Gargano era nella sagrestia in attesa di ripartire allorché giunse Padre Pio. L'autista che era in mezzo al gruppo di una decina di persone già confessate, venne additato da Padre Pio che gli disse: "Figliolo, tu non domandi nemmeno una benedizione?" L'autista, sorpreso, usci dal gruppo e si inginocchiò per ricevere la benedizione, ma Padre Pio anziché benedirlo gli domandò: "Ebbene cosa hai fatto?" - "Niente Padre, non ho fatto niente, mi sono confessato due ore fa a Monte Sant'Angelo e ho preso anche la Messa con i turisti che accompagno". "E dopo?" "Ho acquistato degli oggetti di pietà". "No, non sono state le sante immagini a farti bestemmiare ma quelle cose dolci...". L'autista allibito, si rammentò che dopo la Messa aveva bestemmiato perché il numero dei croccanti acquistati risultò essere inferiore a quello desiderato e richiesto dai turisti. Mortificato tentò di dire qualcosa, ma Padre Pio, trattolo in disparte, glielo impedì dicendo: "Non basta: per la strada, nel venire a San Giovanni Rotondo, hai inveito e offeso un carrettiere che non manteneva la destra". L'autista, che aveva risposto di non aver fatto niente, cominciò, confuso, a recitare l'atto di dolore".

Una signora italo-inglese, giunta dall'Inghilterra si presentò al confessionale di Padre Pio, ma questi, anziché confessarla, le sbatte lo sportello in faccia dicendole: "Per te non sono disponibile". Per quale ragione Padre Pio non intendeva confessarla? Dopo aver atteso un paio di settimane durante le quali si era, quasi ogni giorno, presentata al confessionale, la signora venne finalmente ascoltata da Padre Pio. Alla richiesta del perché l'avesse fatta attendere tanto, Padre Pio le rispose: "E tu quanto hai fatto attendere nostro Signore? Ti devi chiedere come Gesù possa accoglierti, dopo i tanti sacrilegi commessi. Tu, per anni, hai mangiato la tua condanna; per anni, a fianco di tuo marito e tua madre, hai fatto la santa comunione in peccato mortale." La donna, pentita, sconvolta, ricevette piangendo l'assoluzione. Quando, qualche giorno dopo riparti per l'Inghilterra era la personificazione della gioia.

Un signore racconta: - "Una sera mangiai qualche fico di troppo. Me ne feci scrupolo. "Ho commesso un peccato di gola - mi dissi - per cui domani, essendo il mio giorno di confessione con Padre Pio, lo confesserò". Il giorno seguente, camminando lentamente nella strada che conduce al convento, feci l'esame di coscienza. Il peccato di gola non mi venne in mente. Mi confessai ma prima di concludere la confessione, prima dell'assoluzione, dissi a Padre Pio: "Ho l'impressione di dimenticare una colpa, forse la più grave, ma non riesco a rammentarla". "Eh via, andiamo" - mi rispose sorridendo - "per due fichi!"

Dio vede tutto e di tutto dovremo dare conto. Il racconto che segue, dimostra che anche i nostri pensieri più nascosti sono conosciuti da Dio. Un uomo, nel 1920 si presenta al convento dei cappuccini per parlare con Padre Pio, certamente non è un penitente come tanti altri in cerca di perdono anzi, a tutto pensa tranne che al perdono. Appartenente ad una banda di criminali incalliti, quest'uomo ha fermamente deciso di sbarazzarsi della moglie per convolare a nuove nozze. Vuole ucciderla e al tempo stesso procurarsi un alibi indiscutibile. Sa che sua moglie è devota di un Frate che vive in un paesino del Gargano, li nessuno lo conosce e può mettere facilmente in atto il suo piano omicida. Un giorno quest'uomo convince con una scusa la moglie a partire. Quando giungono in Puglia, la invita a fare visita a quel personaggio di cui tanto già si parla. Alloggia la moglie in una pensione appena fuori paese e si reca da solo al convento per ritirarle le prenotazione della confessione, quando questa poi andrà dal frate lui si farà vedere in paese per costruirsi un alibi. Cerca un'osteria e conosciuti degli avventori li inviterà a bere e a farsi una partita a carte. Allontanandosi più tardi con una scusa si recherebbe ad uccidere la moglie appena uscita dalla confessione. Tutto intorno al convento è aperta campagna e nella penombra della sera nessuno si accorgerà di nulla, tanto meno di chi sotterra un cadavere. Poi tornato continuerebbe ad intrattenersi con i compagni di giuoco per poi ripartire, da solo, così come è arrivato. Il piano è perfetto ma non ha tenuto conto della cosa più importante: mentre lui pianifica l'omicidio, qualcuno ascolta il suo pensiero. Giunto al convento vede Padre Pio che confessa alcuni paesani, preda di un impulso che neanche lui riesce a ben contenere, presto si inginocchia ai piedi di quel confessionale degli uomini. Non ha finito neanche il segno della croce che dal confessionale escono delle urla inconcepibili: "Via! Via! Via! Non sai che è proibito da Dio macchiarsi le mani di sangue con un omicidio? Vattene! Vattene!" - Poi preso per un braccio il cappuccino finisce di scacciarlo. L'uomo è sconvolto, incredulo, sgomento. Sentitosi scoperto fugge atterrito verso la campagna, dove, caduto ai piedi di un macigno, con la faccia nel fango, finalmente si accorge degli orrori della sua vita di peccato. In un attimo rivede tutta la sua esistenza e, fra laceranti tormenti dell'animo, comprende a fondo la sua aberrante cattiveria. Tormentato nel più profondo del suo cuore ritorna in Chiesa e chiede a Padre Pio di confessarlo veramente. Il padre glielo concede e questa volta, con infinita dolcezza gli parla come se lo conoscesse da sempre. Anzi per aiutarlo a non dimenticare nulla di quella vita sbandata gli elenca tutto momento per momento passato, peccato dopo peccato, crimine dopo crimine con ogni dovizia di particolari. Arriva fino all'ultimo infamante premeditato, quello di uccidere la sua consorte. L'uomo si sente raccontare l'uxoricidio che solo lui aveva partorito nella sua mente e che nessun altro all'infuori della sua coscienza, conosceva. Esausto ma finalmente libero, si getta ai piedi del frate e chiede umilmente perdono. Ma non è finita. L'uomo terminata la confessione, mentre si sta accomiatando, fatto l'atto di alzarsi, Padre Pio lo richiama a sé e gli dice: "Tu hai desiderato avere dei figli, non è vero? - Caspita questo santo pure questo sa! - "Ebbene non offendere più Dio ed un figlio ti nascerà!". Quell'uomo tornerà da Padre Pio esattamente lo stesso giorno di un anno dopo, totalmente convertito e padre di un figlio nato da quella stessa moglie che lui voleva uccidere.

Raccontava il padre Guardiano del convento di San Giovanni Rotondo: - "L'altro giorno, un commerciante di Pisa è venuto a domandare a Padre Pio la guarigione della figlia. Il padre lo guarda e dice: "Tu sei ben più malato di tua figlia. Io ti vedo morto". "Ma no, ma no, io sto benissimo..." - "Sciagurato!" - grido Padre Pio - "Disgraziato! Come puoi star bene con tanti peccati sulla coscienza? Ne vedo almeno trentadue!" Immaginate lo stupore del commerciante. Dopo la confessione egli raccontava a chiunque voleva sentirlo: "Egli sapeva già tutto e mi ha detto tutto!"

Un sacerdote raccontava una avventura capitata ad un suo confratello che era venuto da molto lontano per confessarsi con Padre Pio. Egli aveva dovuto cambiare treno ed aspettare molte ore a Bologna. Dopo la confessione Padre Pio gli domandò: "Figlio mio, non ricordi altro?" - "Niente Padre mio" - "Vediamo, cerca un pò..." - Questi aveva un bell'esaminare la coscienza; non trovava nulla. Allora Padre Pio gli disse con estrema dolcezza: "Figlio mio, ieri mattina, sei arrivato a Bologna alle 5.00 del mattino. Le chiese erano ancora chiuse. Invece di aspettare sei andato all'albergo per riposare un pò prima della Messa. Ti sei steso sul letto e poi ti sei addormentato così profondamente, da non svegliarti che alle tre pomeridiane, allorché era già troppo tardi per celebrare. Lo so, non l'hai fatto per malizia, ma fu una negligenza che ferì Nostro Signore."

Ai tempi delle grandi folle che accorrevano da Padre Pio, venivano inviati al convento due carabinieri che gli stavano accanto per proteggerlo. Un giorno in sagrestia mentre stava togliendosi i paramenti sacri, dopo la celebrazione della Messa, il Padre si rivolse sorridendo ad uno dei due carabinieri: "Appena hai finito qui e ho fatto il ringraziamento della Messa, vieni alla mia cella che ti devo parlare". Il carabiniere tutto contento attese che il Padre finisse e poi andò nella cella del religioso. "Senti", gli disse Padre Pio, "tra otto giorni al massimo tu vai alla casa paterna e te ne muori, figlio mio". "Ma Padre, sto benissimo", disse il carabiniere. "Non te ne incaricare", aggiunse il cappuccino. "Starai meglio fra otto giorni. Che cosa è questa vita? Un pellegrinaggio; siamo in treno figlio mio. Domanda la licenza e vatti aggiustare quell'affare a casa tua. Domani te ne muori e che ne sanno i parenti?" Il carabiniere frastornato da queste parole chiese: "Padre posso raccontare quanto mi avete detto?"- "Per ora no", rispose il Padre, "Lo dirai solo quando sarai a casa". Il giovane scese a San Giovanni Rotondo e chiese un permesso per andare a casa. Il maresciallo non volle concederlo perché non vi era nessuna motivazione adeguata ma su intercessione dello stesso Padre Pio presso il maresciallo, il carabiniere ottenne la licenza. Giunto a casa il carabiniere disse ai suoi genitori: "Padre Pio mi ha detto che morirò, sono venuto a salutarvi". Dopo otto giorni il carabiniere morì.

Oltre alle visioni, i religiosi del convento di Venafro, che ospitarono Padre Pio per un tempo, furono testimoni di altri fenomeni inspiegabili. In quel suo stato di grave malattia, Padre Pio dimostrava di essere in grado di leggere i pensieri delle persone. Un giorno Padre Agostino andò a trovarlo. "Questa mattina faccia una particolare preghiera per me", gli chiese Padre Pio. Scendendo in chiesa, Padre Agostino decise di ricordare il confratello in maniera speciale durante la Messa, ma poi se ne dimenticò. Tornato dal Padre questi gli domandò: "Ha pregato per me?"- "Me ne sono dimenticato" rispose Padre Agostino. E Padre Pio: "meno male che il Signore ha accettato il proposito che lei ha fatto mentre scendeva le scale".

Alla sollecitata e ripetuta chiamata per confessare un uomo, Padre Pio che pregava in coro, alza la testa e severamente dice: "Insomma questo tale ha fatto aspettare venticinque anni nostro Signore per decidersi e confessarsi ed egli non può aspettare cinque minuti me? Fu constatato che il fatto era vero.

Lo spirito profetico di Padre Pio visto da Padre Carmelo che fu Superiore del Convento di San Giovanni Rotondo, è racchiuso in questa testimonianza: - "Durante l'ultima guerra mondiale, quasi ogni giorno si parlava della guerra e, soprattutto delle strepitose vittorie militari della Germania su tutti i fronti di battaglia. Ricordo che una mattina lessi nel salottino del convento, il giornale con la notizia che le avanguardie tedesche erano ormai in direzione di Mosca. Fu per me un colpo di fulmine: vidi in quel flash giornalistico, la fine della guerra con la vittoria finale della Germania. Uscendo nel corridoio, incontrai il venerato Padre e, tutto contento, esplosi gridando: "Padre, è finita la guerra! La Germania l'ha vinta". - "Chi te lo ha detto?"- chiese Padre Pio. - "Padre, il giornale" risposi. E Padre Pio: "La Germania ha vinto la guerra? Ricordati che la Germania, questa volta, perderà la guerra, peggio dell'altra volta! Ricordatelo!". - Replicai: "Padre, i tedeschi già stanno vicino a Mosca, quindi...". - Egli aggiunse: "Ricordati di quello che ti ho detto!". Io insistetti: "Ma se perde la guerra la Germania, vuol dire che la perderà anche l'Italia!" - Ed Egli, deciso: "Bisognerà vedere se la finiranno insieme". Quelle parole mi furono del tutto oscure, allora data l'alleanza Italia-Germania, ma si rivelarono chiare l'anno successivo dopo l'armistizio con gli anglo-americani dell'8 settembre 1943, con la relativa dichiarazione di guerra dell'Italia alla Germania.

Una signora racconta: "Volli partecipare anche io ad un viaggio organizzato per San Giovanni Rotondo allo scopo di conoscere ed avvicinare Padre Pio. Era l'anno 1961. Nel pullman un signore, a voce alta, ad un tratto disse: "Mia moglie ha voluto che l'accompagnassi da questo "impostore". Il riferimento al caro Padre era evidente. Ebbi una stretta al cuore per quell'insulto. Quando fummo a San Giovanni Rotondo, ci recammo subito in chiesa per partecipare alla Santa Messa. Al termine Padre Pio passò tra i pellegrini. Giunto vicino a noi, si fermò proprio di fronte a quel signore che nel pullman aveva detto male di lui e disse: "Venga qui, lei" Venga da questo impostore". L'uomo impallidì, si inginocchiò e, balbettando, riuscì a dire soltanto: "Perdonatemi, Padre! Perdonatemi!", Padre Pio allora gli mise una mano sulla testa e, benedicendolo, aggiunse: "Alzati, ti perdono". Quel signore convertì all'istante, tra l'ammirazione e la commozione di tutti.

Racconta una signora: - "Nel 1945 mia madre mi portò a San Giovanni Rotondo per conoscere di persona Padre Pio e per farmi confessare da lui. C'era tanta gente! Nell'attesa del mio turno pensai a tutto ciò che dovevo dire al Padre ma, quando fui alla sua presenza, rimasi letteralmente bloccata. Il caro Padre si accorse subito della mia timidezza e, con un sorriso mi disse: "Vuoi che parli io per te?" Annuii con un cenno del capo e, dopo qualche attimo, rimasi sbalordita. Non mi sembrava vero! Padre Pio mi disse, parola per parola, tutto ciò che io avrei voluto dirgli. Mi sentii tranquilla, serena e mentalmente ringraziai il venerato padre per avermi fatto fare l'esperienza di uno dei suoi straordinari carismi. Affidai a lui la salute della mia anima e del mio corpo. Rispose: "Sarò sempre il tuo padre spirituale!" Mi congedai da lui con una gioia immensa nel cuore. Mentre ero in treno, sulla via del ritorno, avvertii un intenso profumo di fiori che non dimenticherò mai!.

Un giovane di Padova si avvicinò a Padre Pio per una benedizione ma il Padre lo guardò e gli disse: "Togli dal portafoglio la tessera comunista (erano i tempi in cui il regime comunista russo perseguitava la Chiesa) assieme alle fotografie di quelle donnacce sporche che conservi gelosamente. Non ti vergogni con tali fotografie addosso?". "Si" - rispose il ragazzo tutto tremante.

"E siccome hai intenzione di fare pulizia, adesso che torni a casa, lacera le altre cose invereconde che conservi nel cassetto del tavolino".

Una Signora conosceva bene Padre Pio il quale, durante una confessione, la rimproverò ben benino. La Signora racconta: "Non ricordo bene per quale motivo. Allontanandomi dal confessionale andai a fare la penitenza ma anziché interrogare diligentemente la mia coscienza, pregai i miei santi protettori di farmi capire bene quel che il Padre volesse da me.

Continuai così per diversi giorni fino alla confessione successiva quando Padre Pio mi disse: "Sei andata lamentandoti, riempiendo il mondo dei tuoi lamenti".

"Ma, Padre, io non mi sono lamentata di niente con nessuno" - risposi.

"Ah si?" replicò il Santo.

"Ve lo assicuro Padre" risposi io.

E lui: "Ed il paradiso sottosopra chi lo ha messo?".

Don Pasquale racconta. Un giorno lasciando la stazione di Foggia, prese un autobus per recarsi a San Giovanni Rotondo. Mentre l'autobus attraversava i paesaggi pugliesi, don Pasquale pensò: "Questa vita spirituale, a volte, sembra come arrampicarsi sui vetri!".

Giunto al convento entrò in sagrestia e chiese di confessarsi con Padre Pio.

Arrivato il suo turno, entrò al di là della tendina del confessionale e fece la sua confessione. Dopo aver ricevuto l'assoluzione, tutto contento stava per avviarsi, quando Padre Pio, guardandolo, tra il divertito ed il faceto gli disse: "Sicché questa vita spirituale a volte sembra come arrampicarsi sui vetri?".

Don Pasquale non disse una parola e capì che Padre Pio era un uomo illuminato da Dio.

Il Signor Enzo racconta: "Mi avevano detto che per chiedere qualcosa a Padre Pio si poteva anche farlo durante la messa, col pensiero. Ed io un giorno ci provai. Ma alla fine della messa, dopo che il Santo ebbe terminato il ringraziamento, avendo l'opportunità di parlargli, gli dissi: "Padre, pregate per mia sorella".

E lui "Non me lo hai già detto?".

La Signora Lucietta racconta: "Era il 25 maggio, compleanno di Padre Pio. Dopo la messa, mentre si ritirava in sacrestia, passandomi vicino ho detto dentro di me al Signore: "Conservatecelo a lungo".

Dopo qualche giorno al termine della confessione gli dissi: "Tanti Auguri, padre, visto che il 25 non ho potuto farveli".

Padre Pio rispose: "E non me li hai già fatti?".

La Signora Alma racconta: "Padre Pio stava confessando le donne ed io ero nella chiesa a tre o quattro metri da lui. In giornata non avrei avuto la possibilità di parlargli. Dissi allora con il pensiero: "Padre, mi mandi una benedizione. Ne ho bisogno".

Avevo appena finito di esprimere il mio desiderio, quando vidi che il Santo, scostandosi dalla grata il cui sportello gli nascondeva il viso, guardò verso di me e fece un segno di croce. Poi si celò e continuò a confessare.

Era la seconda volta che Teresa vedeva il Padre. Dopo la confessione si mise nel corridoio del chiostro per potergli baciare la mano al suo passaggio. Quando arrivò padre Pio, non si fermò alla sua altezza e non stese la mano da cui Lei voleva essere toccata. Teresa ci rimase male e nel suo cuore si lamentò di questo.

Il Santo tornò indietro e paternamente burbero le disse. "E baciala, prima che ti do una botta sul muso".

Il signor Giuseppe di San Giovanni Rotondo aveva fissato la sua data di nozze e salì in convento per dirlo per primo a Padre Pio. "Padre mi sposerò il 12 settembre, festa del santissimo nome di Maria". - "No" - rispose il Santo - "Ti sposerai il giorno 8, festa della Natività della Beata Vergine".

Il giovane rimase sorpreso di quanto avesse detto Padre Pio.

Ritornato a casa, gli si fece incontro la madre che gli disse: "Vedi che tua cugina ha stabilito di sposarsi il 12 settembre ed essendo gli invitati nella maggioranza gli stessi, dobbiamo cambiare data; ci conviene scegliere il giorno 8".

Giuseppe non si oppose, Padre Pio glielo aveva anticipato.

Andò a San Giovanni Rotondo il papà di una figlia spirituale di Padre Pio, che era di Modena. Era la prima volta che il padre della ragazza si recava al convento. Appena incontrò padre Pio si sentì dire: "Tu sei il papà di Adriana, vero?".

Raccontava padre Atanasio Lonardo: "Eravamo in coro per le orazioni e la meditazione della sera. Quando il superiore diede il segnale del termine della preghiera comune. Padre Pio disse: "Preghiamo per il nostro padre Provinciale che è in agonia". Noi sapevamo che il Padre Bernardo da Apicella era malato di pronco-polmonite, ma non conoscevamo lo stato grave della malattia. La preghiera si prolungò. Il giorno dopo, il 31 dicembre 1937, sapemmo della sua morte.

Dopo qualche mese Padre Pio ci assicurò che era entrato in Paradiso.

Padre Pio conobbe ciò che accadde a papa Pio XII dopo la sua morte. Il 9 ottobre 1958, lo stesso giorno in cui Eugenio Pacelli era spirato a Castelgandolfo, suor Pascalina Lehnert scriveva una lettera a San Giovanni Rotondo ad un frate di sua conoscenza per sapere cosa ne pensasse Padre Pio. Il frate rispose alla suora dicendo che aveva posto la domanda a Padre Pio il quale, con un volto quasi trasfigurato, aveva risposto: "E' in paradiso. L'ho visto nella Santa Messa".
Il frate, aggiunse che non fidandosi delle sue orecchie aveva chiesto nuovamente a Padre Pio: "Lo ha visto in Paradiso?". "Si", gli aveva risposto Padre Pio con un sorriso celestiale.
Al riguardo Padre Agostino da San Marco in Lamis, il 18 novembre 1958 annotava nel suo Diario: "Padre Pio ha sentito tutto il dolore della sua anima per la morte del Papa Pio XII. Ma poi il Signore glielo ha fatto vedere nella gloria del Paradiso".

Padre Alberto D'Apolito conobbe padre Pio già nel 1917, e nel 1919, come lui stesso scrisse, accompagnò lo zio materno, padre Clemente Centra, a trovarlo in convento. I due vecchi compagni di noviziato, dopo essersi salutati affettuosamente, incominciarono a dialogare quando padre Pio, rivolgendosi al piccolo Saverio (poi padre Alberto) ad un certo punto gli chiese: "Ti vuoi fare monacello?". La risposta fu immediata e fu un "no" secco da parte di padre Alberto. Allora Padre Pio tornò all'attacco: "Perché non ti vuoi fare monacello?" - "Perché voglio farmi padre salesiano e voglio andare a Roma dove sono andati alcuni miei compagni." Padre Pio rispose: "Ho capito. Vuoi andare a conoscere Roma...". Poi prima di congedarsi da Padre Clemente, diede la benedizione al piccolo Saverio, aggiungendo: "Tu sarai frate come tuo zio. Ti aspetto in questo collegio". E così fu.

Padre Alessio Parente raccontava: "gli lavai la faccia, gli tolsi l'abito e lo misi a letto, poi rovistai nelle tasche dell'abito per prendere delle medaglie, che lui aveva sempre in tasca, per portarle con me in ricordo, ma non ne trovai neppure una. Il mattino seguente quando andai a salutarlo senza chiedergli niente, Padre Pio mise la mano in tasca e cacciò fuori una medaglia con la sua fotografia dicendomi: " Tienila per mio ricordo e portala sempre con te".

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